lunedì 19 novembre 2012

Acquistare Equivale a Votare



Con il passaggio da un'economia rurale basata fondamentalmente sull'autosufficienza alimentare ed energetica e sul baratto  come forma compensatoria per cio' che non si riusciva o non si poteva produrre autonomamente, ad un economia industriale in cui la "vendita" del proprio tempo viene ricompensata con un salario che dovrebbe garantire la possibilita' di acquistare cio' che non si e' in grado di produrre causa mancanza di tempo, l'uomo ha letteralmente scambiato diamanti per sassi.

La liberta' e' una merce senza prezzo, prevedere questo sarebbe stato avere una visione lungimirante del futuro, constatarlo ora, una presa di coscienza necessari, anzi direi indispensabile.

Ci siamo "costretti" a vivere in appartamenti di citta', che non hanno nulla a che fare con i nostri antichi poderi di campagna; compriamo prodotti qualitativamente inferiori rispetto a quelli che i nostri nonni coltivavano o allevavano; acquistiamo oggetti effimeri e poco longevi, la cui necessita' e' sorta a seguito del moderno cambiamento, o meglio, peggioramento, del nostro stile di vita.

Il cammino verso l'autosufficienza si presenta lungo e impegnativo. Il ritorno alla terra diverra' per l'uomo un passo obbligatorio, ma difficile da perseguire. Il taglio con il passato, con le tradizioni, ha minato il nostro essere alla base. Le nostre radici, prima solide e profonde, ora sono deboli e superficiali.
Non impossibile, ma difficile.

Dobbiamo e possiamo, prendere concretamente in mano il timone della nostra vita, dobbiamo e possiamo sin da ora ritrattare, e soprattutto dobbiamo e possiamo rivendicare la possibilita' di cambiare idea.
Indispensabile e' capire che il voto dato nelle urne, il voto dato alla politica, e' un voto simbolico. Indispensabile e' comprendere che il vero voto lo esercitiamo direzionando i nostri consumi, solo questo ci permettera' di riappropriarci della liberta' perduta, o meglio, svenduta.

Gli imperi moderni sono imperi economici. I soldi sono nelle mani di pochi. Nessuna nobile discendenza, pochissime qualita', tantissimo marketing: ecco il ritratto dei nostri leader.
La superficialita' delle nostre scelte ha premiato, non sempre, ma spesso, chi ha saputo vendersi meglio piuttosto che chi forniva vere garanzie sui propri prodotti e possedeva doti eccezzionali per eseguire il proprio lavoro.

Impariamo dunque ad acquistare articoli il cui produttore ci mette la faccia, cerchiamo di premiare chi conosciamo personalmente e chi, il cui lavoro, puo' essere verificato da noi direttamente. 

Non alimentiamo il consumo di prodotti il cui dispendio, sia in termini economici, che in termini ambientali, sia maggiore del guadagno.

Premiamo la vicinanza e la stagionalita'.

Promuoviamo chi rispetta i dipendenti e la comunita' tutta.

Andiamo oltre l'immagine, non decidiamo in base al luccichio della pubblicita'.

In poche parole siamo vigili. Facciamoci per questa volta guidare dal nostro giudizio e non dai nostri sensi.


 

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