domenica 10 febbraio 2013

Le menti illuminate del Cern scoprono la coopetizione



Si tratta sicuramente della scoperta dell'anno, anzi del secolo e non sto parlano del tanto discusso Bosone di Higgs, la particella di Dio, che anche se finalmente provata scientificamente,  era gia' largamente nota agli antichi saggi, che, senza prove e controprove, test e controtest, ma semplicemente attraverso l'intuizione, l'avevano sommariamente chiamata Il Punto di Biforcazione, cioe' il punto preciso in cui l'Uno, Dio, l'Infinito, il Tutto, si biforca, appunto, e attraverso le sue due potenti mani, quella dello Yin e quella dello Yang, l'Energia contrattiva e l'Energia espansiva, da' vita alla pluralita' dei fenomeni, cioe' alla vita cosi' come noi la conosciamo.
Ma ripeto, non e' questa la scoperta, bensi' la vera e strabigliante rivoluzione di idee e' lo spirito, l'atmosfera, l'armonia che regna all'interno del Cern. Li', le menti forti  di tutto il mondo, israeliane come palestinesi, irachene come iraniane, russe come americane, cooperano, collaborano, competono, gareggiano, in nome della conoscenza. Ognuno funge da stimolo all'altro, perché non dobbiamo mai dimenticare che la competizione e' funzionale all'evoluzione, ma anche da supporto, da sostegno. Non c'e' alcuna discriminazione di razza, sesso, nessun campanilismo, nessun rancore represso. Tutto e' direzionato a favore dello sviluppo dell'essere umano, l'essere umano indifferenziato, senza confini, senza passato e senza futuro, il vero cittadino del mondo.
E' cosi' forte questo spirito tanto da superare le barriere del prevedibile. E' cosi' forte da consentire l' ottenimento di risultati insperati, sorprendentemente straordinari.
E' cosi' forte da riuscire a modificare il linguaggio attraverso la creazione di un termine li' coniato, ovvero la fusione tra due parole antagoniste: competizione e cooperazione. Ebbene da questa insolita fusione nasce la coopetizione. I due antagonisti si fondono, cosi' come lo yin e lo yang congiungendosi, consentono di trasformare la dualita' del mondo relativo verso il monismo tipico dell'Infinito, allo stesso modo due attitudini cosi' diverse frutto della societa' della scelta, della societa' del "o questo o quello"  da noi creata, danno vita ad un impostazione nuova, un'impostazione olistica, omnicomprensiva. Danno vita alla micro societa' della non scelta, alla micro societa' del "questo e quello".
Questa e' la vera innovazione, questa e' la vera svolta, questa e' l'unica grande risposta che l'uomo ha sempre cercato.












coniatoi,

sabato 26 gennaio 2013

Vegetarianesimo e Rispetto


Cosa significa essere vegetariani?


O meglio perche' essere vegetariani?
Mi sono fatta tante volte questa domanda e, guardandomi attorno, mi sono resa conto che la semplice parola o l'appartenenza ad un gruppo, non rende giustizia sulla profondita' delle rilessioni che si possono fare in materia.
Per me essere vegetariana, o piu' specificatamente nutrirmi preferibilmente di vegetali, significa rispettare il mio corpo, la sua predisposizione di specie, la sua digestione come la sua masticazione.
Per me essere vegetariana significa rispettare una sorta di pulizia interiore, significa aiutara il mio corpo ad essere in salute, aiutare il perfetto compito di fegato e reni di "depurare" il nostro sangue da sostanze tossiemiche e inquinanti.
Per me essere vegetariana significa rispettare gli altri esseri umani, evitando di caricarli del peso fisico, psichico ed economico di una mia eventuale malattia, significa rispettare la mia quota di diritto per acqua e cibo stabilita in base alle risorse limitate del pianeta e ugualmente ripartita per il numero dei suoi abitanti.
Per me essere vegetariana significa rispettare il Pianeta Terra, significa non depredarlo con avidita' sfruttandolo solo per il gusto di avere, significa non raccogliere tutti i frutti, ma saggiamente, lasciarne una parte anche per la riproduzione, in modo che la vita possa continuare.
Per me essere vegetariana significa rispettare le piu' piccole forme dell'esistenza, dalla mucca al microbo, dal pollo al batterio, perche' la vita e' vita a tutti i livelli.
Per me essere vegetariana non significa non mangiare carne, significa piuttosto, non mangiare carne che sia stata maltrattata, odiata, stuprata, sfruttata, torturata.
Il rispetto prima di ogni altra cosa. Rispettare gli animali ci insegna o meglio ci porta a rispettare gli uomini. Sara' piu' facile per noi portare rispetto ad un nostro simile se, giorno dopo giorno, dalla nostra nascita alla nostra morte, verremo educati prima, poi ci autoeducheremo a portare rispetto a qualcosa o qualcuno che noi consideriamo diverso, distante da noi. La vita si nutre di vita come ho sempre detto e solo perche' una pianta non piange, o non ci guarda con gli occhi gonfi di lacrime non vuol dire che quel suo essere sia inferiore o meno meritevole di rispetto. Forse tutti i piu' grandi saggi volevano dire proprio questo con la frase tutto e' uno. Il rispetto credo sia la piu' alta forma di comprensione dell'essere, dal rispetto nasce la compassione, dalla compassione nasce l'amore, dall'amore scaturisce la vita.
Quando a monte c'e' rispetto, il mangiare o non mangiare carne diviene ininfluente, o meglio visto che le nostre scelte saranno dettate dal rispetto, anche la scelta di mangiare o meno carne sara' vagliata con gli occhi della saggezza.
Il mio non vuole essere un incoraggiamento a nutrirvi di carne, tutt'altro, vuole solamente essere un monito per chi si rifiuta di ampliare le proprie vedute, per chi fa finta di non vedere e non capire, per chi non comprende che non c'e' proprio nessuna ma dico nessuna differenza tra un allevamento intensivo ed una coltura tradizionale intensiva, nessuna differenza.

martedì 22 gennaio 2013

Consigli Pericolosi


Non guardo quasi mai la televisione. Non posso dire di non guardarla, ma sono cosi' rare le volte che la seguo e altrettanto rare sono le volte che la seguo con attenzione, che credo di poter veramente dire che non guardo la televisione.
Questa mattina, intenta come ogni giorno, a sistemare la casa dopo che i due mostriciattoli se ne sono andati a scuola, desidero un po' di compagnia. Solitamente il momento delle pulizie e' per me un momento impagabile, un po' perche' sto curando l'ambiente in cui vivo o in cui lavoro, dunque nello stesso tempo mi prendo cura anche di me stessa, della mia salute, del mio gusto e un po' perche' consapevolmente lascio che la mente fluttui, passando da un pensiero ad un altro, da un progetto ad un altro, nella speranza di riuscire finalmente a svuotarla!
Accendo la tv e la uso come la musica di accompagnamento del meditante, un sottofondo neutro che uniforma il silenzio esteriore. Nessun problema, nessuna controindicazione, se non che, ad un certo punto qualcosa colpisce la mia attenzione, il mare delle banalita' che fino a quel momento scorreva liscio come l'olio, ad un certo punto gonfia, la marea cresce e un imponente maroso frange sugli scogli della mia tranquillita'. Ospite in una delle tante trasmissioni contenitore del mattino, un medico, ricoperto dalla spocchia tipica di chi si trova nella posizione "autorizzata" per dire, vestito pero' dell'ottusita' tipica di chi ripete ma non capisce, consiglia, caldamente, a chi avanza con l'eta' di usare quotidianamente  alcuni farmaci comuni, a scopo preventivo, per prevenire ebbene si', il tanto temuto tumore.
Facendosi forte di alcuni recenti studi attraverso i quali si e' scoperto che alcuni farmaci come per esempio l'aspirina, o la metformina utilizzata per la cura del diabete tipo 2, risultano essere quasi piu' efficaci contro la formazione o la proliferazione tumore piuttosto che nei confronti della malattia per la quale sono abitualmente prescritti, questo omarello sulla sessantina, udite udite, consiglia a tutti ma proprio tutti i sessantenni di farne uso, a scopo preventivo, ovviamente.
Credo che con questa si sia proprio toccato il fondo. Mi si spezza il cuore, mi si torce lo stomaco, il fegato mi si rivolta!
Aihme', come invecchiare inutilmente! Queste persone dimostrano il peso dei loro anni solo ed esclusivamente attraverso l'invecchiamento delle loro cellule. La loro vita e' trascorsa senza lasciare spazio alla saggezza tipica dell'esperienza. Peccato....
Come si fa a consigliare di usare un farmaco in questo modo. Come si fa a non consigliare per un'efficace, duratura e poco dispendiosa prevenzione del tumore una profonda presa di coscienza che preveda in primo luogo l'astensione dai cibi che ci danneggiano e l'allontanamento dalle abitudini sbagliate che negli anni ci hanno portato o ci porteranno alla malattia.L'uso dell farmaco come prevenzione e' a mio parere la piu' grande dichiarazione di arroganza che ognuno di noi possa fare. E' la voglia, anzi la pretesa di continuare a fare la vita che abbiamo sempre fatto, e' il desiderio di perdurare nei nostri eccessi e nei nostri vizi, sicuri che qualcosa o qualcuno ci salvi.
Attenzione a seguire questi consigli, quasi mai la strada piu' breve e' anche quella giusta.

 

sabato 19 gennaio 2013

Continuare a Giocare


Scopo fondamentale del vivere' e' essere felice, mantenere una condizione di eterno stupore e meraviglia, la quale a sua volta, contribuira' a far nascere spontaneamente questa sensazione di gioia, la gioia della scoperta, della novita', dell' effervescenza della vita.
Continuare a giocare significa imparare un poco alla volta a conoscere le coordinate della vita stessa, significa arrivare alla conoscenza attraverso l'esperienza, e fare esperienza non significa nient'altro che affrontare tutto con la sete, la bramosia, la curiosita' del principiante.
Se si segue questa regola difficilmente si cade nella monotonia derivante dalla consuetudine.
Sta in noi, nella nostra presenza e nella nostra lucidita', capire quando e come la realta' che stiamo vivendo, non ci da' piu' stimoli, sta in noi capire quando abbiamo sviscerato in lungo e in largo una situazione, un rapporto, un lavoro, un posto, un'amicizia, una condizione.
Sara' quello il momento preciso nel quale stiamo smettendo di giocare. Il gioco ci aiuta a scoprire.  La fase di apprendimento coincide inevitabilmente con la fase di gioco. Il bambino gioca costantemente, perche' le sue conoscenze sono limitatissime e, attraverso il gioco appunto, accresce il proprio sapere, imparando cose nuove.
Il mondo e' pieno zeppo di cose che vanno oltre la nostra conoscenza, o meglio la nostra esperienza, e.... una vita a volte non basta, anche se vissuta intensamente, ad esplorare la realta' tutta, a provare tutto cio' che vorremmo testare, a comprendere tutto cio' che ci solletica, che ci incuriosisce almeno un po'.
Giocare con la vita ci aiuta ad amare la vita stessa.
Guai a fermarsi, guai a chiudersi, guai a isolarsi.
La vita e' multiforme nelle sue sfaccettature, la vita e' costante mutamento nel suo divenire, la scoperta e' cio' che piu' ci aiuta ad assecondare questo naturale dinamismo, dunque e' cio' che ci aiuta maggiormente a godere della vita.
Impariamo dai bambini. I bambini trasformano tutto in gioco. Quando percepiscono che un'adulto vuol far fare loro qualcosa che apparentemente non ha giustificazione alcuna, ecco che abilmente, lo trasformano in gioco. Ci vengono incontro, ci insegnano che attraverso il gioco arriviamo allo scopo, ci insegnano a prenderci un po' meno sul serio, ci insegnano che l'importante non e' arrivare, l'importante e' come arrivare.
Impariamo a fare le stesse cose, solamente cambiando di prospettiva.

domenica 13 gennaio 2013

Aaron Swartz, Suicida a 26 Anni. Perche' Fermare Il Piacere della Scoperta?


Aaron Swartz si e' tolto la vita a soli 26 anni.
Aaron Swartz era la mente dietro progetti come Reddit, Rss 1.0 e Python e la licenza per la condivisione libera della conoscenza.
Era sotto accusa per aver rubato file del Mit e i magistrati erano pronti a chiedere per lui una condanna pari a 30 anni di carcere. Tutti noi sappiamo benissimo cosa questo significhi in America, dove la certezza della pena e' una realta' inconfutabile.
Aaron Swartz paga il prezzo della sua genialita', Aaron Swartz paga il prezzo del suo anticonformismo, Aaron Swartz serve da monito per chi, malauguratamente, avesse anche solo il piu' umile pensiero di uscire dai profondi solchi tracciati dal pensiero imperante.
La macchina da guerra ormai era partita, la sua condanna era facilmente prevedibile, il suo esempio avrebbe incarnato il classico adagio "colpirne uno per educarne cento". 
La sua abilita' nella navigazione consentiva ad Aaron di flutturare nel mare della rete senza ostacoli.  Per lui modificare, decriptare, aggirare, erano sfide,  esercizi continui,  espedienti per mettere alla prova le proprie capacita' e, soprattutto un modo per togliere i confini dove confini non dovrebbero proprio essercene.
L'aneddoto attribuito ai nativi americani nel quale attraverso il loro pensiero saggio, sottolineavano l'assurdita' del gesto del primo uomo bianco che, recintando un terreno, affermo' che questo gli appartenesse e, conseguentemente, il tacito assenso dei suoi vicini e amici che, facendo la stessa cosa, garantirono a se stessi egual diritto, sottolinea quanto di assurdo ci sia nel tentare di fermare lo spirito di ricerca, la naturale tendenza umana ad andare oltre, la stessa che spinse i primi astronauti ad ambire al raggiungimento di Marte appena furono con certezza arrivati sulla Luna.
Aaron Swartz paga per tutti noi, tutti noi che incessantemente ricerchiamo, tutti noi che continuamente approfondiamo, tutti noi che, vedendo una staccionata, d'istinto vorremmo provare a scavalcarla, non per rubare, non per truffare, semplicemente per dimostrare a noi stessi che ce l'abbiamo fatta.

mercoledì 9 gennaio 2013

La Responsabilita': Cessione, Assunzione, Spartizione


La presa di responsabilita' e' l'atto secondo il quale, coscienti delle conseguenze derivanti da una determinata azione, siamo pronti ad assumercene pienamente la paternita', godendone i frutti e pagandone completamente le colpe.
Le responsabilita' inerenti la nostra vita , non possono in alcun modo essere cedute, o meglio possiamo a volte non avere la consapevolezza dei nostri atti, ma questo non ci esonera dall'esserne responsabili.
Puo' capitare che per paura o per pigrizia, ci rivolgiamo ad una persona di competenza(un medico per esempio) e crediamo o ci viene fatto credere, che la delega delle responsabilita' sia in qualche modo possibile, e che questa semplice decisione ci permettera' di spogliarci del carico che altrimenti avremmo dovuto sopportare . 
Ma questo non rientra nelle nostre possibilita', ahime'.
Pensiero, azione, conseguenza, costituiscono un unicum, dunque quello che e' determinato dai nostri pensieri, inevitabilmente si trasformera' in azione e si completera' come effetto.
L'unico lusso che ci viene concesso sta nel fatto che possiamo farne un atto di presenza, di consapevolezza, oppure no.
Insomma che noi decidiamo o no di assumercene la responsabilita', o la paternita', gli effetti del nostro agire ricadranno completamente su di noi.
Nella valutazione precedente o successiva sul fatto di scegliere o non scegliere, di aver scelto o di non aver scelto,  dobbiamo pero'imparare a sparti re le responsabilita', assumendoci solo ed esclusivamente la paternita' di quelle che ci competono.
Ogni aspetto dovra' dunque essere da noi attentamente esaminato e saremo sempre noi a dover dividere obiettivamente cio' che ci appartiene da cio' che ci ' e' estraneo o meglio di cio' che appartine ad altri.
L'assunzione di responsabilita' fatta in maniera lucida diventera' cosi' uno strumento di crescita, perche' capire vorra' dire prima di tutto, umilmente accettare e accettare ci aiutera' a non ripetere gli errori.
 

venerdì 4 gennaio 2013

Bolivia Vs Coca Cola o meglio Neoliberismo Vs Protezionismo


La Bolivia dichiara guerra alla Coca Cola o meglio la Bolivia dichiara guerra a cio' che la Coca Cola rappresenta.
Dal 21 dicembre 2012 la Bolivia, vieta su tutto il territorio nazionale la vendita di Coca Cola. Ma perche' proprio la Coca Cola? Diciamo che la Cola ha sicuramente rappresentato nell'ultimo ventennio la conquista territoriale ma non solo, potremmo dire anche la conquista culturale di un popolo da parte dell' Impero americano e del suo modello economico dominante: il consumismo.
La Bolivia, stretta nella morsa degli ingenti prestiti stranieri, ha negli utlimi vent'anni del '900 ceduto la propria sovranita' nazionale alla Banca Mondiale e al Fondo Monetario Europeo, svendendo il proprio territorio e le proprie imprese alle grandi multinazionali straniere. Di qui, il conseguente impoverimento del suo territorio e della sua gente.
Oggi, a distanza di quasi trent'anni, la Bolivia dice basta, nella ferma decisione di riappropriarsi di cio' che le e' stato tolto.  Prima silenziosamente, incentivando l'economia locale e dando voce al mondo contadino, ideatore e fautore di questa grande rivoluzione culturale, poi in modo sempre piu' rumoroso, fino ad arrivare a questa vera e propria dichiarazione di guerra alla Coca Cola, o meglio a tutto cio' che sta dietro la bandiera della bibita piu' famosa al mondo.
Le ragioni che la Bolivia adduce sono cosi' ovvie e condivisibili da non meritare alcun commento, si va dall' eccessivo sfruttamento del territorio e del lavoro, alla pericolosita' del contestatissimo aspartame, alla voglia, o meglio alla pretesa, di far decollare una bevanda locale, o meglio un'economia locale.
Nulla di contestabile, se non nei modi, a mio parere.
La Macrobiotica ci insegna che la vita e' movimento e si caratterizza dalla continua oscillazione tra contrazione ed espansione, tra yin e yang, tra apertura e chiusura.
Ogni fenomeno sottosta' a questa regola con l'unica differenza che, chi subisce gli eventi e non conosce il meraviglioso Principio Unificatore ne e' vittima, chi invece padroneggia la legge di YinYang ed e' in grado di applicarla, domina le situazioni dirigendole, con conseguente probabilita' di maggior riuscita.
La Bolivia, per voce del suo presidente Morales, a mio avviso sta incappando nel piu' grande degli errori e cioe' quello di spostarsi da un'estremo all'altro, oscillando dal Neoliberismo folle che quasi li ha portati all'annientamento, all'eccissivo protezionismo, che, attraverso quest'ultima introduzione proibizionistica, sara' destinato, a  causa dell'effetto incessante dell'alternanza delle due forze antagoniste e complementari Yin e Yang, ad un ritorno libertario che a sua volta dara' vita ad una nuova era conservatrice e cosi' via...
Lavorare per estremi non e' mai saggio, e soprattutto e' sinonimo di mancanza di controllo.
Chi conosce la Bussola Universale YinYang, sa che e' sconsigliabile estremizzare le scelte, sa che le maturazioni avvengono a livello individuale e le decisioni sociali, governative, possono essere solo un' espressione di ogni singola opinione formulata e, soprattutto non e' sicuramente una legge, o come in questo caso un divieto, a sancire la fine di una dittatura economica.
Proibire significa togliere la possibilita', vedersi togliere la possibilita' significa desiderare, desiderare significa fare di tutto per ottenere, fare di tutto per ottenere significa ripiombare nel folle gioco del consumo dunque sono.
Dall'estremo Yin, all'estremo Yang, dal bianco al nero, sono parecchie le sfumature di grigio, sta a noi capire quando siamo in zona equilibrio, quando la tonalita' ottenuta ci appaga maggiormente la vista, quando stiamo passando dalla parte della ragione alla parte del torto.
Come diceva il Budda, nella vita occorre disperatamente cercare e trovare la giusta Via di Mezzo.