sabato 13 ottobre 2012

Saper Ascoltare


Quante volte, pur sentendo l'esigenza di parlare con qualcuno, non troviamo l'orecchio "giusto" che possa accoglierci? Vicino a noi, quante volte nostro figlio, nostro marito, nostra madre o nostro padre o semplicemente un nostro amico, cercano disperatamente la nostra attenzione, chiedendoci fondamentalmente di essere solo ricevuti?
Esternare cio' che pensiamo, cio' che proviamo, cio' che temiamo, ci aiuta a fare chiarezza, ci aiuta a leggere la nostra mente, a mettere in ordine cio' che, se restasse solo prodotto della psiche, riusciremmo difficilmente a vedere chiaramente.
A volte si tratta di vere e proprie confessioni atte a "liberarci" del peso che stiamo portando e fatte con l'intento di mettere un punto, di girare pagina.
Altre volte, coinvolgendo l'altro, lo rendiamo partecipe, cercando un ponte che sia in grado di unire due vite separate che pero' vorremmo si avvicinassero o addirittura si unissero.
E, possiamo pensare, che queste nostre esigenze, siano presenti in tutti gli esseri viventi, perche' non dimentichiamoci mai che sono maggiori i punti in comune con l'altro, piuttosto che le differenze.
Allora diviene importantissimo imparare ad ascoltare in modo da poter imparare ad accogliere e insegnare a ricevere.
Per essere in grado di ascoltare, occorre mettersi nella condizione di poterlo fare.
L'impostazione frenetica delle nostre giornate, dei nostri mesi, della nostra vita, ci porta a divorare le ore, non ad assaporarle.
Il nostro pensare galoppa oltre il momento presente e ci porta ad assentarci. Le cose che dobbiamo fare e quelle che vorremmo fare occupano totalmente il nostro tempo impedendo a noi stessi e a chi ci sta vicino di trovare un minimo spiraglio per poter fare breccia nel presente.
Mettersi nella condizione di ascoltare, potrebbe voler dire, a volte, rinviare l'ascolto a quando saremo nella condizione di poterlo fare totalmente.
Per poter ascoltare occorre inoltre "escludere se stessi", o meglio anteporre l'altro a se'.
Quando qualcuno ci chiede di essere ascoltato non ci chiede un parere, non vuole essere giudicato, non vuole sapere se anche a noi e' successa una cosa simile..
Dunque, in silenzio, con calma e tranquillita', lasciamo che le sue parole fluiscano, e con attenzione o meglio con compassione, accogliamolo.
Ecco che l'ascolto non sara' altro che un ulteriore esercizio di presenza.

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