giovedì 13 dicembre 2012

Largo ai Giovani


Dato di fatto: la maggioranza della classe dirigenziale e non solo, a livello mondiale, e' occupata da vecchi, di conseguenza interdetta ai giovani.
Ci siamo mai presi la briga di ascoltare con attenzione e senza alcun pregiudizio un giovane?
Credo proprio di no, perche' se solo lo avessimo fatto almeno una volta , avremmo capito che i ragazzi meritano tutta, ma proprio tutta, la nostra fiducia.
Ricordo con piacere una frase che mi e' capitato spesso di sentire da bambina, per bocca di qualche anziano, il cui pensiero saggio fosse in grado di rappresentare degnamente il secolo che esso portava sulla spalle, e questa frase suonava proprio in questi termini: la vita e' una ruota che gira.
Allora l'oriente non e' poi cosi' lontano!! Allora la consapevolezza umana scavalca quelle barriere illusorie e frammentarie che sono le provincie, le regioni, gli stati, le nazioni.
Allora, quando l'uomo osserva e comprende, sia che lo faccia da sotto il Colosseo, o ai piedi del Tibet, arriva alle stesse semplici conclusioni.
Capisce che le diverse fasi della vita richiedono compiti, aspettative e missioni diverse.
Capisce che, quando si e' giovani si e' dominati dall'impulsivita', ma anche dalla purezza e dalla speranza e che, man mano crescendo lasceranno spazio ad una maggior tendenza alla riflessione ma, anche, ad un'animo sempre meno "pulito".
I giovani divorano la vita,  ci si approcciano con la voracita' tipica di chi sia a digiuno da lungo tempo e la curiosita' di chi non sa nulla ma vorrebbe sapere proprio tutto.
Quando l'anziano lascia, compie il piu' grande gesto di altruismo. Quando lascia coscientemente, lascia sapendo di lasciare anche il proprio egoismo, abbandonando anche la naturale tendenza del giovane a "dimostrare", assecondando la meravigliosa esigenza dell'uomo maturo di "prendersi cura di se', della propria psiche, del proprio fisico, della propria anima.
Sta all'adulto, alla sua maturita', al suo essere sempre avanti, aiutare, accompagnare, istruire ed indirizzare il giovane, e sta sempre all'adulto, arrivato il giusto tempo, seguire il giovane senza prevaricarlo, presenziare senza imporsi, per,  definitivamente abbandonare.
L'uomo del ventunesimo secolo pero', tendenzialmente avido, fatica a compiere questo passaggio, e cerca in tutti i modi di preservarsi, di regalarsi l'immortalita'.
Con l'allungamento della vita media e il prolungamento dell'attivita' lavorativa , con la diffusione e il mantenimento del benessere, viene conseguentemente incentivata la nostra umana tendenza all'autoconservazione, all'aggrapparci con tutto la nostra forza alle nostre "certezze", ai nostri attaccamenti.
Ecco che cio' che il buon senso suggerirebbe viene sopraffatto dalle nostre debolezze e dal nostro scorretto agire.
Occorre che ci si sforzi pero' costantemente, ora come sempre di fare la cosa giusta.
E  giusto e' fare spazio ai giovani, fare spazio al rinnovamento, ma soprattutto semplicemente fare spazio.

Nessun commento:

Posta un commento