sabato 8 dicembre 2012

La Vita Si Nutre di Vita, la Vita Non Si Nutre di Morte


L'evoluzione umana, se di evoluzione si puo' parlare, ha peggiorato enormemente la qualita' del nostro cibo, costringendoci a creare una scienza della nutrizione, quando, per migliaia di anni, non ce ne fu mai stata l'esigenza.
L'uomo e' l'unico animale che necessita una rieducazione alimentare, in quanto la perdita del contatto con Madre Natura e con se stesso, lo ha disorientato a tal punto, da inibire il prezioso Istinto, di cui ogni altro animale e pianta e' provvisto.
Ogni essere, giustamente inserito nel proprio ambiente, sa abilmente trarre da esso tutti i nutrienti di cui necessita per vivere, ad esclusione dell'uomo contemporaneo.
Ad esclusione soprattutto dell'uomo che, estrapolato dal suo habitat, costretto a vivere in luoghi cementificati, privato di aria e acqua pulita,  si trova nell'impossibilita' di provvedere autonomamente a se stesso.
L'uomo contemporaneo- urbano deve necessariamente acquistare il proprio cibo.
Esso puo' scegliere solo ed esclusivamente cio' che il mercato propone al prezzo che il mercato decide.
La sua scelta diventera' cosi', limitatissima.
Chi produce seleziona a monte varieta', pezzatura, tempi di produzione, raccolta e distribuzione.
Chi produce fa scelte legate alla facilitazione del proprio lavoro e all'ottimizzazione del proprio esclusivo guadagno.
Sulle tavole dell'uomo metropolitano arriva cibo morto. Le verdure gia' dopo tre, quattro giorni dalla raccolta non emettono piu' alcuna vibrazione vitale, perdendo vigore, vitalita' e tonicita' ed evaporando tutti i loro umori.
Ve ne potrete accorgere perche' recidendo un' insalata del vostro orto o un'erba spontanea, dalla ferita da taglio uscira' un odore pungente, vivo ed un succo, una linfa che manifesteranno la freschezza di cio' che state portando in tavola.
Per contro le verdure del supermercato sono quasi completamente inodori, appassiscono ancor prima di arrivare a casa e il loro succo sara' quasi totalmente assente.
Lo stesso discorso vale per la frutta. La frutta del supermercato viene raccolta ancora acerba in modo tale da consentirne il trasporto ed eventualmente lo stoccaggio. La sua maturazione e' solo presunta, il cambio di colore e' dovuto ad un processo degenerativo, quasi fermentativo.
Quando viene colto il frutto muore, ma soprattutto mancando il continuo contatto con la pianta, interrompe il processo di maturazione.
Per non parlare di carne e pesce. In questi casi anche l'occhio meno esperto puo' capire che quando mangiamo carne e pesce ci stiamo nutrendo di cadaveri.
Il ciclo di conservazione tramite la cosiddetta catena del freddo, rallenta provvisoriamente il processo decompositivo, che pero' risulta essere inevitabile.
Giungiamo infine al cibo chimico, un'alimento non alimento, che mancando completamente di una base naturale, rivela la completa assenza di energia vitale.
La vita si nutre di vita.
Quando la vita si nutre di morte, il processo quotidiano di disintossicazione diviene sempre piu' difficoltoso, i nostri processi di invecchiamento subiscono di conseguenza brusche accellerate, le malattie avanzano.
Ecco perche' diviene importante riappropriarsi del controllo del nostro cibo, ecco perche' diviene fondamentale ritornare alla terra, all'autosostentamento.
Impegnamoci  per accorciare i tempi che passano dal momento della raccolta al momento del consumo, ne guadagneremo in colore, sapore, odore, ma soprattutto ne trarra' giovamento il nostro corpo, la nostra mente, il nostro spirito.

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